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Approfondimento

Fisica, 2008 - Dorian Raymer dell'Osservatorio Oceanico all'Istituto Scripps di Oceanografia, Stati Uniti, e Douglas Smith dell'Università della California, San Diego, Stati Uniti, per aver matematicamente dimostrato che cumuli di corde, capelli o qualsiasi altra cosa si annoderanno inevitabilmente tra loro.

Nella nostra vita quotidiana tutti siamo incappati nella scoperta (più o meno fastidiosa) che una stringa tende a formare dei nodi. Ma come fa? Dorian Raymer e Douglas Smith hanno provato a determinare le leggi che regolano questo fenomeno servendosi di funi di diverso diametro, lunghezza, densità ed elasticità e avvalendosi della teoria matematica dei nodi. Le stringhe venivano calate in dei cubi di 10, 15 e 30 cm di lato e messe in rotazione lungo un asse ortogonale alla forza di gravità grazie ad un motore a diverse velocità (da 1/3 di giro al secondo fino a 3 giri al secondo). Per ogni caso sono state fatte centinaia di prove, per un numero totale si 3415 esperimenti!
Si è scoperto che, superata una lunghezza critica minima (L=0.46 m) la probabilità che si formi nodi aumenta (esponenzialmente nel senso matematico del termine) fino a raggiunge una lunghezza si saturazione (L=1.5 m) altre la quale la probabilità che si formino resta pressoché costante. Come atteso, la flessibilità della corda è una caratteristica importante per il formarsi dei nodi. Per alte velocità di rotazione la probabilità di trovare nodi diminuisce (le stringhe vengono schiacciate sui lati del cubo dalla forza centrifuga).
Siccome però i due ricercatori sono persone precise, hanno deciso di classificare tutti i nodi formatisi: solo 120 nodi su 3415 (3.5%) sono risultati inclassificabili.

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